di Mattia Sangiuliano
La Costituzione è il
simbolo della libertà repubblicana italiana, un serbatoio di valori e di idee, di linee
guida verso una vera partecipazione dei singoli cittadini e della politica, nel rispetto di valori universali e fondanti della libertà stessa; sovente
bistrattata proprio da una lunga sequela di esecutivi che giurano sulla Costituzione, più per abitudine coreografia, considerandola un mero supporto cartaceo, senza tenerne in considerazione il valore alto che rappresenta, spesso senza applicarla fino in fondo e minacciata oggi, a 69 anni
dalla liberazione, da forze e intenti politici che operano in
direzione di una dichiarata velocità ed efficienza, che vedono proprio nella carta costituzionale un ostacolo a un vero riordinamento
sociale e politico-istituzionale.
Cosa resterà della
memoria della Resistenza quando anche l'ultimo partigiano morirà? Un
ricordo? Un vago e nostalgico rimembrare i tempi in cui si sfilava,
con i fazzoletti rossi al collo, nelle parate dei vari e numerosi 25
aprile dalla liberazione in poi, da quel lontano 1945?
Cosa accadrà poi? Anche
il ricordo e il valore della Resistenza verranno colpiti come fa quella
retorica che da più parti evidenzia come i cittadini si siano
disaffezionati, dunque allontanati, dalla politica tradizionale e dai
valori che rappresentava?
Molti atteggiamenti
diffusi, molte parole, molta retorica popolare e giornalistica
sottolinea come la disaffezione alla politica tradizionale sia
inscritta in quell'asse che, procedendo di repubblica in repubblica,
di scandalo in scandalo, di intreccio tra poteri forti, sino ai
giorni nostri ha fatto si che prendesse forma un grande disinteresse
verso molteplici vicende. Ci si allontana progressivamente dall'idea originaria di collettività che ha caratterizzato la vita democratica e
partecipativa che prese forma in Italia proprio dall'esperienza della
Resistenza.
Da una parte della politica si sente
parlare del superamento degli schieramenti destra-sinistra, in una
nuova ottica di politica che vuole esse più efficiente e largamente
rappresentativa, superando barriere ideologiche – ma non di
interesse – ; in concomitanze ci si allontana sempre più dall'idea
di antifascismo che ha caratterizzato la prima repubblica italiana al
varo di una Costituzione, simbolo della libertà conquistata dopo le
sofferenze di una dittatura e una sanguinosa resistenza.
L'antifascismo è un valore implicito nella raison d'être della
Costituzione stessa.

Nonostante la pervasività del fascismo la Resistenza è sorta come movimento locale,
aggregazione di individui votati all'antifascismo verso la
liberazione della nazione italiana dall'invasore nazifascista, in
un'ottica che oggi si allontana dalla tradizionale guerra fratricida
tra consanguinei – la guerra civile –, in uno scontro che vede opposti gli
italiani resistenti agli invasori che perpetravano una guerra di
occupazione e sfruttamento del suolo nazionale in maniera ancor più
pervasiva e devastante con la collaborazionista Repubblica di Salò,
essa stessa voluta dall'occupante nazista.
Eppure l'associazionismo
che aderisce ai valori resistenziali sembra essere lontano da una
prematura scomparsa; ne è un esempio quello dell'ANPI, un crescendo
di adesioni cui partecipano sempre più giovani, grazie alla
revisione del 14° congresso, nel 2006, che allargando l'iscrizione non
ai soli resistenti ma a tutti quanti condividessero gli ideali
antifascisti e democratici dell'associazione, portò ad un nuovo
apporto di forze e di idee nella preservazione dei valori
resistenziali. Nuove leve queste, nuovi ragazzi e ragazze, che si
riconoscono nei valori della Costituzione, della Repubblica,
dell'antifascismo: in una parola della libertà.
Una libertà che molti
cittadini impiegano, giorno dopo giorno, in scelte quotidiane, in
azioni partecipate, frammenti di vita spesi nelle associazioni e nei
circoli che si frequentano, negli uffici, nell'attivazione di
comitati cittadini a sostegno di battaglie slegate da una logica
partitica o politica, in esperienze di autogestione o di occupazione
e convivenza oltre la xenofobia dilagante in un'epoca di crisi
economica che non è mai disgiunta da una crisi di valori e di
ideali. La Resistenza, lontana da una prematura scomparsa, continua a guidare numerose battaglie, nella vita di un gran numero di persone.
Resistere non invecchia.
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