di Mattia Sangiuliano.
Se ne è parlato tanto e in tutte le salse: “Dylan Dog cambia faccia”. Un tuffo al cuore per gli appassionati del celebre – quanto unico – indagatore dell'incubo come di quei disillusi che, già da tempo – molto tempo – avevano smarrito quella che era la voglia iniziale di immergersi nelle storie da incubo del don Giovanni londinese, del suo assistente Groucho e dell'ispettore Bloch.
La “rivoluzione
dilaniata” affonda le sue radici in un momento ben preciso dello
storico fumetto di casa Bonelli. I riferimento alla storia
contemporanea ci fanno prendere per buono, per lo meno
approssimativamente, il Dylan Dog numero 324 (settembre 2013). Dalle
pagine del Club degli Orrori – Dylan Dog Horror Club – Tiziano
Sclavi in persona prende la parola per segnalare come, dai numeri
successivi inizierà il lento cambiamento; il testimone e il timone
della nave – o del galeone – passerà in mano a Roberto
Recchioni in qualità di “nuovo curatore della testata”.
Il nome di Recchioni
risuona sulle pagine di questa dichiarazione ufficiale quanto il
lugubre e caratteristico campanello urlante cui si aggrappano i
clienti dell'indagatore di Craven Road.
Roberto Recchioni, classe
1974, un nome e una garanzia che fa sospirare i fan dell'Old Boy
britannico; scrittore e fumettista nonché sceneggiatore dell'ormai
celebre Dylan Dog numero 280 (gennaio 2010): Mater Morbi;
struggente storia arricchita dalle splendide tavole di Massimo
Carnevale.
Mai un albo riuscì a destare così tanta attenzione di pubblico,
merito la struggente e coinvolgente storia che come mai, sino ad ora,
eccettuato qualche storico albo dei decenni precedenti, riuscì a
tenere incollati alle sue pagine i fan più intransigenti e accaniti
così come le nuove leve, i novizi lettori dell'indagatore. Accanto
al favore del pubblico non si può non accennare – così come non
si può non notare – il favore editoriale che ammanta il successo
del numero 280 di DD.
In
breve tempo viene ideata una speciale edizione per celebrare il
successo e il favore mosso dalla pubblicazione di Mater
Morbi –
la
madre di tutte le malattie – con un albo cartonato edito dalla BAO,
casa editrice che già in passato collaborò in maniera molto stretta
con il nome di Dylan Dog, e in epoca recente come possono
testimoniare altre creature partorite dalla Sergio Bonelli Editore,
non da ultimo – vogliamo sperare – le raccolte in cartonati della
serie Orfani, ormai giunta alla seconda stagione sulla serie
regolare. Ed è la copertina variant partorita dallo stesso Carnevale
a venire letteralmente divorata dai fan dell'albo, poiché è di
questo fenomeno che si parla: un albo che riesce a coinvolgere in
maniera uniforme generazioni di lettori appassionati e persino di
outsider del fumetto italiano, se non del fumetto in generale.
Una storia che ha fatto scalpore, suscitando il beneplacito consenso
di molti fan storici, di quella fauna che, spesso – e a torto –
riesce a dire che Dylan è morto qualche decennio fa, quando le
storie hanno perso molto del loro smalto. Una frase fatta che però,
bisogna dirlo, sembra aver anche troppi riscontri nella realtà. Non
a caso il favore editoriale di Mater Morbi sembra aver fatto pendere
l'ago della bilancia verso Recchioni, il futuro dell'indagatore
dell'incubo viene riposto nelle sue mani.
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Un anno di Dylan Dog (n°325-336) |
“Una
nuova vita”
– questo il titolo dell'albo numero 325 in cui Recchioni viene
ufficialmente consacrato a curatore dell'opera. Si da avvio a quella
che non manca di venire definita la prima fase di rivoluzione per
Dylan Dog. Per un anno, dal numero 325 al numero 336 saranno
pubblicate le storie che già erano in cantiere; verranno però
revisionate e adattate al nuovo corso degli eventi. La prima parte
dell'opera di trasformazione verso il futuro di Dylan Dog parte dalla
proposta che investe le copertine degli albi; rimane il tradizionale
“formato bonelli” noto ai più, subisce un piacevole cambiamento
la veste grafica delle copertine all'insegna della pop-art. Tra le
altre cose, a partire da questo numero, sarà proprio Roberto
Recchioni a presenziare stabilmente le pagine dell'Horror Club che
apre tutti i volumi. Pagine ricche di riferimenti e brevi –
talvolta brevissimi – dossier e spunti di cultura di genere per
comprendere o allargare gli orizzonti della storia narrata nell'albo.
Come nei migliori numeri di sempre: una rubrica che parla dell'incubo
a 360° e non solo.
“Spazio
profondo”
– è con questo titolo e con il numero 337 che comincia
la seconda parte della rivoluzione che va oltre il nuovo restyling che ha
contraddistinto la prima parte dell'era Recchioni, nel suo primo anno
di attività come nuovo curatore dilaniato. Se i 12 numeri che hanno
caratterizzato un anno solare, e precedendo questo albo hanno
rappresentato la prima fase di svecchiamento, ora si entra nel vivo
della rivoluzione e lo si fa a colori. Qual modo migliore di
celebrare la nuova era, il nuovo corso, se non con delle tavole a
colori? L'intento simbolico è presto svelato, con questo numero ci
troviamo ancora in sostanziale linea di continuità con la prima era,
salvo qualche altra piccola modifica stilistica, ma dal numero
successivo si entra nel vivo del lento quanto agognato cambiamento
dell'era Recchioni.

Si
entra nel vivo della vera e propria rivoluzione, un albo che, se non
a colori come il precedente, ha la chicca di contare ben sedici
pagine in più rispetto al tradizionale formato dilaniato di 96
pagine. Un piacevole e godibile regalo; così come è godibile la
raffinata citazione della copertina firmata da Angelo
Stano,
un riamando alla tradizione del fumetto, in fattispecie statunitense,
ricordando il celebre numero 50 di the
Amazing Spider-man
intitolato
proprio Spider-man
no more,
per omaggiare il caro e buon vecchio ispettore.
Altre
rivoluzioni, altri eventi accompagnano il cambiamento che investe la
serie mensile dell'indagatore. Dal numero 339 “Anarchia
nel regno unito”
farà la sua comparsa un nuovo personaggio: l'ispettore Carpenter.
Per chi invece abbia visitato il Lucca comix 2014 avrà fatto la
prima conoscenza di un nome che molto presto sbarcherà sulla serie
regolare di Dylan Dog a partire grossomodo da febbraio 2015: mi
riferisco a John
Ghost - Al servizio del caos;
la nuova nemesi dell'indagatore dell'incubo.
The nightmare must go on. A quanto pare, finalmente, la rivoluzione è
entrata nel vivo.
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