recensione di Mattia
Sangiuliano
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"Gli abbandonati" DD n° 347; Copertina di Angelo Stano |
Quasi in linea di
continuità con quanto accennato per la conclusione della storia del mese scorso, ecco di ritorno il caro e buon vecchio Bloch, dalla
pensione e dai dolci lidi della sua Wickedford.

Dal terrore metafisico
tutto psicologico specchio della mente di Dylan di “...e cenere tornerai”, in
quest'albo siamo proiettati in un limbo creato dal manifestarsi di
un'entità soprannaturale alla ricerca di un nutrimento fuori del
comune: individui che possano riempire il vuoto lasciato all'interno
dell'ormai spettrale, solare, ma tutt'altro che ridente, cittadina di
Winbring.

Paola Barbato si
riconferma punta di diamante della scuderia dilaniata che si cela
dietro le storie dell'indagatore dell'incubo; tra vecchi e nuovi nomi
campeggia per la prolificità delle sue sceneggiature. Nella
desolazione della spettrale Winbring emerge strisciante l'incubo,
esalato dalle atmosfere e dalle chine di Giampiero Casertano,
dal clima di morto abbandono da cui prende corpo l'azione. Da qui
l'irrompere di rumori che spezzano il clima di quiete apparente che
domina la scena.

ESPLOSIVE,
letteralmente, le tavole a tutta pagina che accompagnano un albo
fatto di azione più che di indagine, seguendo il copione ordito
dalla scrittura di Paola Barbato; Casertano dimostra di saper il
fatto suo e riesce a star dietro alla sceneggiatura. A tutta pagine –
o a tutta tavola – anche il fiume di onomatopee che corredano
l'action di questo albo che richiamano da vicino l'ultimo lavoro di
Casertano per la serie regolare: “Anarchia nel Regno Unito”
(DD n°339).
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