recensione di Mattia
Sangiuliano
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“La mano sbagliata” (DD n° 348), copertina di Angelo Stano |
In una Londra da “bere”, dentro il mondo dell'arte, in una mondanità fatta di
finzione ed apparenza, Dylan accetta l'incarico offerto dalla
talentuosa pittrice Anita Novak, l'unica indiziata dell'ispettore
Carpenter per una serie di morti ispirate alle ultime opere d'arte di
un'artista dapprima votata a ritrarre la vita ma che, a seguito di
uno spaventoso incidente, una volta riacquistata la sua abilità, non
può dipingere che l'altro aspetto della vita, quasi contraltare con
la sua dolorosa e aspera rinascita, ovvero la disfatta, l'orrore:
l'incubo.
Torna l'indagine a tutto
campo, dopo l'azione del mese scorso, in questo albo firmato dal
volto nuovo della sceneggiatrice – e scrittrice – Barbara
Baraldi che con questo soggetto, prima felicissima prova che
segna il suo esordio sulle pagine di Dylan Dog, tinge di noir
un'indagine da incubo, dall'esito tutt'altro che scontato, con tanto
di voce narrante in qualche passaggio, un thriller spietato e
avvincente che cela dietro ogni angolo il vero protagonista:
l'orrore.
“La
mano sbagliata” di
sicuro non è quella di Nicola Mari,
chiamato a occuparsi delle tavole di questo ultimo albo tetro e
oscuro; le sue chine autunnali sanno divenire rappresentazione dell'ineffabile
partita della vita con la morte. Fondali tetri e l'oscurità più
perturbante a un anno di distanza dalla sua ultima apparizione per
l'epocale – e colorato, quella volta – “Spazio profondo” (DD
n° 337; settembre 2014) è anche autore di celebri albi come
“Phoenix” o “Il sorriso dell'oscura signora” (n° 161) –
risalente al 2000 e recentemente riedito dalla BAO Publishing.
Un noir tutt'altro che
giallo partorito dalla penna della scrittrice Barbara Baraldi,
nero come la pece o, perché no, come le chine di una vecchia firma:
Nicola Mari, già noto per il suo tratto, cupo, crudo, che
rende aspro e inconfondibilmente tagliente, persino nel dettaglio, il
mento dell'indagatore dell'incubo. Un tratto felicemente
inconfondibile che torna in questa cupa e torbida storia, a unire il
passato e il futuro dell'indagatore dell'incubo.
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