recensione
di Mattia Sangiuliano
Tra
dolore e orrore il cacciatore di taglie di Claudio Chiaverotti si
immerge in un'indagine struggente e toccante, cui fa da cornice una brillante
indagine condotta letteralmente contro il tempo, sui bei disegni di Giuseppe
Liotti chiamato a coadiuvare il soggetto dell'ideatore.

Un nuovo predatore – nella copertina del fedele Fabrizio de Tommaso –
minaccia New Heliopolis; un caimano assetato di sangue ordisce una macabra
vendetta se non, più propriamente, una rivalsa contro le donne che colpisce.
Vite e storie si intrecciano in una trama scandita dai rintocchi di una notte
sempre più cupa che si avvia verso una sempre più struggente mezzanotte.
Una
lotta contro il tempo che scorre seguendo la spirale concentrica di un orologio
impazzito, un destino già segnato cui difficilmente ci si può opporre,
soprattutto se il dolore di una perdita si fa così indicibile; come nel caso di
una madre che perde il proprio figlio.
Buon
gioco di vicende che mette uno di fronte all'altro due – o più – tipi di
dolori, nella progressione di una vicenda cui fanno sponda piccoli flashback,
altro non sono che la cornice stessa di tutta la vicenda. L'esito drammatico di
un dolore estremo, antefatto ed epilogo della storia.
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