di Mattia Sangiuliano
Il 14 gennaio, a Falconara Marittima, nell'ambito del ciclo di iniziative che vanno sotto il nome di Grand Tour Cultura, patrocinato dal MAB - Musei Archivi Biblioteche, i ragazzi del Servizio Civile Nazionale impiegati nell'Archivio Storico e nel Museo della Resistenza della città, hanno aperto i sotterranei di Palazzo Bianchi, accogliendo la cittadinanza all'interno di un suggestivo itinerario volto a gettare un ponte tra le due istituzioni. Questo è l'intervento che ho offerto alla cittadinanza.
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La Contessa Baldini e il capitano Calcagno rivivono grazie alla collaborazione della "Accademia di danze ottocentesche"
PH: Federico Cerioni
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Abbiamo ritenuto
fondamentale, per l'archivio storico, nonché per la città di
Falconara, ricordare, attraverso il suo importante lascito, una
figura che, nella prima decade del '900 si è spesa per questa città,
investendo tempo e risorse. Il lascito materiale di questa figura è
racchiuso in larga parte presso il nostro archivio storico, non sotto
forma di faldoni o di carte d'archivio propriamente dette, ma
attraverso molti dei volumi che potete vedere a scaffale.
La figura in questione è
conosciuta come la Contessa Polissena Baldini-Calcagno. Figlia
di una nobildonna rintracciata, attraverso i documenti disponibili,
nella persona di una certa Eugenia Rocci e di un nobile
anconetano, il conte Enrico Baldini; le scarne vicende
anagrafiche della contessa sono arrivate a noi per via traversa,
scandagliando il materiale di archivio e attraverso il riordino del
fondo bibliografico storico giunto in questa sede nei primi anni del
duemila.
La contessa nasce nel
1863, di nobili origini, ha avuto una formazione secondo i canoni
della facoltosa famiglia dalla quale proveniva. Legami che si
stringono a doppio giro alla nobiltà dell'epoca dal momento che si
mariterà con un esponente di questa aristocrazia (verosimilmente-nda) settentrionale;
uomo di stampo militaresco ma non di minor cultura, il maggiore
Roberto Calcagno. Molti libri del fondo, in fattispecie quelli
in lingua, tedesca e francese, portano la sua stessa firma – ex
libris.
Il ritratto che siamo
riusciti a dare è quello di una figura dotata di una grande
sensibilità, colta e raffinata; questo quadro è stato tracciato
osservando il suo lascito, in particolar modo la consistenza dei
volumi in lingua francese che possedeva e leggeva. I tratti salienti
di questi aspetti culturali sono ovviamente mutuati dagli stretti
legami che la contessa intratteneva, essendo inserita a pieno titolo
nei salotti della nobiltà piemontese.
La Falconara in cui la
Polissena si trova, verosimilmente in villeggiatura, assieme alla
nobiltà che, tra fine XIX secolo e inizio '900 frequenta il litorale
e le spiagge sabbiose della località balneare, è una cittadina
tutt'altro che provinciale. Vero e proprio snodo, per la sua
collocazione centrale, grazie allo sviluppo della stazione
ferroviaria, attira un gran numero di lavoratori che diretti ad
Ancona o a Foligno, se non da Roma, sostano qua. Lo sviluppo del
turismo balneare è di questo periodo.
Come sempre accade, come
accadeva ai tempi della contessa – ma anche prima – e come
avviene tuttora, sulle vie di comunicazione non transitano solo cose
e persone, ma anche idee. Falconara, in quegli anni è un'importante
fucina, un vero e proprio cantiere progressista o, se si vogliono
mettere un attimo da parte le metafore industriali, una casa in cui
trovano alloggio uomini di vari orientamenti politici, che tramutano
il loro impegno in un'intensa attività sociale.
Repubblicani, mazziniani,
socialisti, anarchici e progressisti di vario schieramento
caratterizzano il vivace panorama politico ma soprattutto culturale
di questo periodo. L'associazionismo in generale fa saltare molte
barriere sociali sino a tutto l'ottocento ritenute inattaccabili; per
una causa comune vediamo vari ceti sociali, uomini di varia
provenienza, unirsi con un dichiarato intento: fornire
assistenzialismo per i loro compagni, senza dimenticare altre
iniziative di pubblica utilità.
Caso esemplare quello
delle società di Mutuo Soccorso che sono attive sul territorio, tra
Falconara Marina, Alta e Castelferretti, società Maschile e
Femminile; si forma uno stretto e fruttuoso sodalizio tra individui
che vede nel corso del tempo, aumentare il proprio numero di
iscritti, fornendo integrazioni per disoccupati, assistenza ai malati
o servizi di maternità, nonché acquisire un ruolo centrale per la
vita cittadina sotto il profilo di una serie di fortunate iniziative
culturali.
Ritroviamo così la
contessa Polissena figurare come prima presidentessa della Società
Operaia di Mutuo Soccorso femminile, costituitasi nel novembre del
1901 e giuridicamente nel 1902, intenta a dare il suo contributo per
il progresso della società, partecipa in prima linea alle iniziative
di questo periodo organizzando pesche di beneficenza e balli; più in
generale hanno luogo in questo periodo iniziative assistenziali
straordinarie che trovano posto accanto ai servizi ordinari
dell'associazione.
La contessa Polissena
Baldini si spegne a Roma il 13 maggio 1912, dopo lunghe sofferenze
dovute alla malattia. In archivio è contenuto l'invito alle
celebrazioni a suffragio della contessa, la cui salma fu inviata a
Falconara il giorno dopo la sua scomparsa, secondo quanto aveva
espresso. Questo dimostra quanto fosse legata alla terra natia
scegliendo Falconara come luogo del suo eterno riposo ed è tutt'ora
tumulata in un modesto sepolcro nella parte storica del cimitero
comunale.
Ci piace pensare che il
lascito della contessa Polissena e di suo marito Roberto Calcagno,
della biblioteca di famiglia, possa essere interpretato come l'ultimo
atto di un'appassionata vicenda umana che aveva tra i suoi obiettivi
non una cultura ripiegata su sé stessa ma fosse portatrice di una
nobiltà di intenti, non una nobiltà data dal sangue, dunque aperta
verso l'altro, verso il progresso sociale; un servizio civico mai
autoreferenziale, volto a migliorare la condizione di vita del
prossimo.
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